Ho solo citato qualche esempio per mostrare il modo in cui l'Islam riconosce le differenze tra i sessi e non accetta che codesta distinzione sia solo una questione di educazione o tradizione culturale, in quanto vi sono effettive differenze insite tra maschi e le femmine, e ciò si riflette negli obblighi e nelle responsabilità di entrambi. Si deduce da ciò un'altra questione, ovvero il fatto che nonostante gli uomini e le donne siano distinti tra di loro, non sono comunque in contrasto tra di loro, una percezione che sta alla base di una gran parte del pensiero occidentale, soprattutto nelle tradizioni femministe. C'è una lotta tra uomini e donne, "C'è una battaglia dei sessi", come a volte si dice in una sorta popolare di designazione, ecco, questo nell'Islam non esiste. Uomini e donne lavorano in coppia, proprio come si alternano il giorno e la notte, e come si vive un determinato periodo di giorno, lo stesso lo si vive di notte. Non si può vivere solo di notte, e non si può vivere solo di giorno, allo stesso modo, gli uomini e le donne non sono uno contro l'altro, non sono contrapposti tra loro, ma condividono piuttosto lo stesso obiettivo, lo stesso scopo di esistenza, la stessa umanità. Hanno ruoli diversi, ma questi ruoli sono complementari fra loro e sono altrettanto indispensabili sia per l'uno sia per l'altro, per avverare il successo dell'umanità, non solo in questo mondo, ma anche - ovviamente da musulmani crediamo nell'aldilà- nell'aldilà, che è l'obiettivo conclusivo per i musulmani.
Quindi troviamo che il contratto sociale tra gli uomini e le donne, come componenti della società, è lo stesso. Ciascuno di loro, infatti, punta alla meta più elevata e al massimo da offrire, dunque comandano il bene, vietano il male e condividono i due principali atti di culto, cioè la preghiera e l'elemosina. Essi condividono le nozioni di fede, l'obbedienza a Dio e l'obbedienza al Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi, e condividono altrettanto la stessa ricompensa finale che si può ottenere tramite la misericordia di Dio. Questo è un concetto molto importante, in contrasto con ciò che la tradizione occidentale ha richiamato fino ad oggi, che ha come causa l'estremismo primo dei filosofi greci che supponevano che le donne non condividessero l'identità umana, come ho già precedentemente esposto. Così da questo estremo prese vita l'estremo opposto - almeno i musulmani lo considerano estremo – ovvero il fatto di ritenere che tra gli uomini e le donne non vi sia differenza alcuna.
Così dunque abbiamo l'idea dei "generi" – e questo è un termine che non viene utilizzato in biologia, come la parola "sesso" per distinguere il maschio e la femmina, bensì il fine del suo utilizzo oggi è quella di individuare i tratti che definiscono la mascolinità o femminilità, i tratti sociali,… determinati dall'educazione, dalla cultura e dall'ambiente, per confermare che non vi è alcuna differenza insita nel modo in cui uomini e donne pensano o agiscono e così via. Ed è per questo motivo che è utilizzato il termine "genere".
Quest'estremo è provocato appunto dall'estremo primo raggiunto 2000 anni fa dalla concezione del pensiero greco che considerava le donne prive dell'umanità. Così nell'arco di 2.000 anni attraverso vari processi assistiamo oggi alle considerazioni di estremo opposto -almeno questo secondo i musulmani- quello per cui gli uomini e le donne sono uguali e non hanno alcuna differenza tra di loro.
Islam, nonostante confermi che gli uomini e le donne facciano parte della stessa essenza umana, allo stesso modo afferma che gli uomini e le donne sono diversi. Ma questa differenza significa forse che gli uomini siano intrinsecamente buoni o le donne intrinsecamente malvagie? No.
Ed è per questo che se si osserva uno dei versetti del Corano che evidenzia questo aspetto, Iddio, raccontando la sua creazione, mostra come abbia creato la notte avvolgente- infatti se si osserva questa appare come un foglio che avvolge l'orizzonte – , il giorno che s'innalza come un scoppio, splendente- ed è così che sorge il sole- ed infine ricorda che Egli è Colui che ha creato il maschio e la femmina. E poi nel versetto successivo ricorda le opere in cui ciascun individuo si sforza – e di certo le persone si distinguono nei loro obiettivi. Alcuni, infatti, si sforzano lottando per il compiacere di Dio, altri invece si sforzano e Lo disobbediscono. Alcuni si sforzano nel fare il bene all'umanità, altri invece si sforzano nel fare il male. Quindi vi sono fini di estremità opposte. Ma qual è il messaggio in questa successione? Dio cita la notte e il giorno e poi cita il maschio e la femmina. La spiegazione sta nel fatto che la notte ha uno scopo, e, infatti, nel Corano si trovano sempre verso dopo verso, la descrizione di quella ragione che vi è dietro di essa. Dice appunto che se l'umanità fosse vissuta solo di notte senza il giorno, non sarebbe stata in grado di vivere sulla terra. E questo è stato dimostrato scientificamente, cioè il fatto che se ci fosse stata solo la notte e non ci fosse stata la luce del sole, alcuni ormoni del corpo non sarebbero stati in grado di riprodursi e gli esseri umani sarebbero morti di conseguenza. E quindi la vita come la conosciamo sulla Terra non sarebbe esistita.
E allo stesso modo, il giorno ha scopi dietro alla sua presenza. Ma si potrebbe obiettare e dire che la notte è buona e il giorno è male? No, e nessun musulmano potrebbe credere in ciò. Si potrebbe obiettare e dire che il giorno è buono e la notte è male? No. Allo stesso modo quindi, maschio e femmina hanno i loro ruoli da svolgere. Si potrebbe ora affermare che il ruolo degli uomini è intrinsecamente buono e il ruolo della donna è intrinsecamente malvagio? No. Potrebbe qualcuno affermare il contrario, cioè che il ruolo della donna sia intrinsecamente buono e il ruolo degli uomini sia intrinsecamente malvagio? No. Piuttosto ciascuno di loro ha un ruolo.
Questa è la disputa principale oggigiorno tra pensiero occidentale e la fede islamica. Il pensiero occidentale ha ormai sostanzialmente accettato, tranne forse alcune correnti in Vaticano o giù di lì, che uomini e donne condividono la stessa identità umana e che sono quindi la stessa cosa. Eppure i musulmani hanno creduto a questo per 1400 anni. La differenza però tra queste due realtà, è che nel pensiero occidentale -sorta come reazione al pensiero iniziale ovvero quello secondo il quale le donne non condividevano pienamente l'umanità - i ruoli degli uomini e delle donne nella società sono definiti solo dalla cultura, dall'ambiente e dall'educazione, quindi non esiste un ruolo distinto per gli uomini e un ruolo distinto per le donne, che possiamo modificare tramite ciò che si insegna nella società.
Nell'Islam invece vi è un ruolo definito per gli uomini e un ruolo definito per le donne. Ma chi definisce questo ruolo per gli uomini e per le donne? È il loro Creatore. Egli è il principio, se si volesse usare il termine filosofico, anche se è impreciso in questo senso, ma lo usiamo in assenza di un termine filosofico, ideologico o teologico migliore utilizzabile tra le due tesi. Ora, detto ciò, è importante capire come l'Islam ha distribuito questi ruoli agli uomini e alle donne, e le responsabilità equivalenti che ha posto ad entrambi.
Vi citerò un esempio a proposito: Islam evidenzia che le donne possiedono la natura di madre, e ciò non è definito dalla tradizione culturale o dal sistema sociologico ma per natura esse sono migliori nell'assistere e prendersi cura della prole, e questo rappresenta un legame che va oltre la tradizione. È un legame psicologico, un legame fisico, qualcosa al di sopra di semplici tradizioni di esseri umani. Di conseguenza sono state assegnate alle donne maggiori responsabilità nei confronti dei figli, da quelle assegnati agli uomini. Pertanto, gli obblighi che i bambini hanno verso la loro madre nell'Islam sono maggiori di quelli che hanno nei confronti dei loro padri. Infatti fu chiesto al Profeta Muhammad, la pace sia su di lui, da uno dei suoi Compagni:
"Qual è la persona più meritevole della mia buona compagnia?".
Rispose il Profeta Muhammad: "Tua madre".
Così fece l'uomo la stessa domanda una seconda volta, e il Profeta rispose ancora: "Tua madre", e lo stesso alla terza volta. Ed infine, solo alla quarta volta, rispose: "Tuo padre".
Allo stesso modo troviamo che Iddio nel Corano all'uomo come la madre abbia lo partorito subendo una sofferenza dopo l'altra, citando le fatiche e le difficoltà della gravidanza e dell'infanzia, e come lo abbia poi nutrito per due anni allattandoti. Così ci raccomanda di essere gentili coi nostri genitori e ci ricorda che la posizione della madre precede quella dei nostri padri. Il punto è che nonostante sia definito il ruolo delle donne verso i bambini, che è quindi diverso da quello del ruolo del padre, allo stesso tempo si dà alle donne il diritto all'onore e al rispetto da parte dei propri figli, in misura maggiore di quello raccomandato verso i padri. Anche i padri comunque hanno diritto al rispetto e all'onore, e non sono quindi esclusi, ma ciò che stato riconosciuto a loro è in misura alla loro responsabilità. Peraltro la madre di natura, e non solo secondo la tradizione culturale, ha qualcosa che rende quel legame tra lei e suo figlio maggiore, e solo dopo segue il maschio. Quindi, è vero che ha maggior diritto ad onore e rispetto da parte del bambino ma allo stesso tempo le è richiesto dare un maggiore impegno.