In precedenza è stata esposta una breve descrizione di alcuni dei più importanti mezzi attraverso cui Allah ha conservato l'indispensabile Sunnah del Profeta Muhammad[ﷺ]. Uno degli aspetti più importanti da notare è che queste garanzie sono andate in vigore sin dall'inizio, già durante il tempo del Profeta, la pace sia su di lui, stesso. Non c'è stato un periodo di distacco, lasciando spazio a perdita d'informazioni o di distorsione.

Nella seguente relazione, M.Z. Siddiqi ha svolto un ottimo lavoro di sintesi a proposito della protezione della Sunnah nei primi anni:

Il Hadith, cioè le relazioni dei detti e dei fatti di Muhammad, è stato oggetto di un attento e costante studio e ricerca da parte dei musulmani in tutto il mondo islamico sin dall'inizio della storia dell'Islam e fino ai tempi attuali. Durante il tempo di vita di Muhammad molti dei Compagni cercarono d'imparare a memoria tutto ciò che diceva ed osservavano acutamente tutto ciò che faceva, condividendosi tra di loro queste informazioni. Alcuni di loro scrivevano le notizie nelle Sahifah (rotoli), poi letti ai loro studenti e conservate nelle loro famiglie e lo stesso fu svolto anche dai Seguaci. Dopo la morte di Muhammad, i suoi Compagni si sparsero in vari paesi, e nello stesso modo i loro Seguaci ed intrapresero lunghi ed ardui viaggi, subendo povertà e miseria per raccogliere le notizie... La loro notevole attività circa la conservazione e la propagazione del hadith è stata unica nella storia letteraria del mondo... [E l'eccellenza della loro scienza rimane] senza precedenti nella storia letteraria del mondo, compreso i giorni nostri[1].

Questi processi alla fine culminarono nelle scienze innovative del hadith e nella trasmissione dettagliata delle notizie sino al Profeta. In generale, gli studiosi non consideravano un rapporto come hadith autentico se non dopo la verifica della notizia che doveva possedere una catena completa, trasmissione orale, effettuata da narratori affidabili, fino al Profeta. In caso di condizioni mancanti (da queste ricordate) veniva respinto e considerato come hadith debole.

Più studiano le scienze del hadith, più lui e/o lei raggiungono la tranquillità raggiungendo la certezza che gli insegnamenti del Profeta Muhammad sono stati difatti minuziosamente conservati, proprio come Allah ha promesso nel Corano. Nel momento in cui gli studiosi del Hadith, che sono gli specialisti in questo campo e che hanno speso la loro vita raggiungendo la padronanza  di tale disciplina- concordano circa  l'autenticità di un hadith, non c'è più bisogno di dibattito o domanda (circa l'autenticità). L'unica cosa che resta perciò da fare è quella di credere in esso e fare del proprio meglio per applicarne il significato nella propria vita.

Il Confronto con le Altre Scritture

Quando si fa riferimento al hadith del Profeta, è normale per alcuni occidentali di usare la parola "tradizione". Ciò porta subito avanti l'idea di un rapporto molto casuale e non scientifico. La realtà, come ho accennato, è completamente differente. L'utilizzo quindi di questo termine, "tradizione", potrebbe essere nient'altro che una cortina di fumo per dare l'impressione che il hadith non sia preservato. Un'altra uso comune è quello di utilizzare come riferimento la conservazione dei Vangeli per descrivere la conservazione del hadith.

Anche questa è una considerazione piuttosto astuta che sicuramente causa una reazione piuttosto negativa da partedi molti. Infatti, molti convertiti hanno studiato i Vangeli e li considerano inaffidabili e questo è proprio uno dei motivi per cui hanno cominciato a cercare una religione diversa dal Cristianesimo. Pertanto, una tale dichiarazione potrebbe arrechare una rapida instabilità nella loro fede nel Hadith.

Ma in realtà, nessun paragone onesto può essere svolto tra la conservazione minuta e scientifica del hadith del Profeta e la conservazione delle Scritture precedenti. Qualche breve descrizione della conservazione - o della manca mancanza di questa-  delle scritture precedenti dovrebbero essere sufficienti a ribattere qualsiasi possibile paragone con la conservazione del hadith.

Dopo una lunga discussione sulla storia della Torah, Dirks giunge alla seguente conclusione:

La Torah ricevuta non è singola e nemmeno documento unitario. Si tratta di una raccolta di taglio-e-incolla ... con un ulteriore stratificazione... Mentre Mosè, la persona che ha ricevuto la rivelazione originale, cui la Torah dovrebbe rappresentare, visse non oltre al 13° secolo aC, e probabilmente è vissuto nel 15 ° secolo a.C., la Torah ricevuta risale ad un epoca molto più avanzata. I più antichi substrati identificabili nella Torah ricevuta, non possono essere datati prima del 10° secolo a.C. ... Inoltre, questi diversi substrati non sono mai stati riuniti in un'unica Torah fino al 400 a.C. circa, quindi circa 1.000 anni dopo la vita di Mosè. Ancora di più, la Torah ricevuta non è stata mai totalmente standardizzata, e vi erano almeno quattro diversi testi esistenti nel primo secolo d.C., quindi circa 1.500 anni dopo la vita di Mosè. Inoltre, se si adotta il testo Masoretico, il testo più "ufficiale" della Torah ricevuta, quindi il più antico manoscritto esistente, si nota che risale all'895 a.C. circa, circa 2300 anni dalla vita di Mosè. In breve, anche se la Torah ricevuta potrebbe contenere alcune parti della Torah originale, la provenienza della Torah ricevuta è interrotta, in gran parte sconosciuta, e non può in alcun modo essere ricondotta a Mosè[2].

Nonostante Gesù sia giunto molti secoli dopo Mosè, la rivelazione che ha ricevuto non se l'è cavata molto meglio. Un gruppo di studiosi cristiani, conosciuti come i Fellows of the Jesus Seminar hanno cercato di determinare quale dei detti attribuitisi a Gesù, può essere davvero considerato autentico. Hanno dichiarato: "L'ottanta per cento delle parole attribuite a Gesù nei Vangeli non sono state effettivamente dette dal lui"[3]. Nel descrivere la storia dei Vangeli, hanno scritto, "La cruda verità è che la storia dei Vangeli greci, dalla loro creazione - nel primo secolo - fino alla scoperta delle sue prime copie - all'inizio del terzo- rimane in gran parte sconosciuta […]"[4]. L'opera di Bart Ehrman " The Orthodox Corruption of Scripture" ha identificato come la Scrittura sia stata modificata nel corso del tempo. Dichiara la sua tesi, che dimostra nel dettaglio sin dall'inizio, dicendo: "La mia tesi può essere espressa in modo semplice: scribi che occasionalmente alterano le parole dei loro testi sacri per renderli di ortodossia più chiara e per prevenire il loro uso improprio da parte dei cristiani che avevano abbracciato opinioni aberranti"[5]. Questo è qualcosa come mettere il carro davanti ai buoi: le credenze dovrebbero essere basate sui testi trasmessi, e non sono i testi che devono essere modificati per rispondere alle credenze.

Una nota finale circa il Corano

La natura del Corano è molto diversa da quella delle dichiarazioni e delle azioni del Profeta. Ovviamente, le varie raccolte delle dichiarazioni e delle azioni profetiche sono molto maggiore in termini di dimensioni del il Corano che invece è molto più limitato. Il Corano, che non è per nulla un libro enorme, è stato conservato sia nella memoria così come nella forma scritta sin dal tempo del Profeta Muhammad stesso. Molti dei Compagni del Profeta memorizzarono l'intero Corano e, temendo ciò che era accaduto in precedenza alle comunità religiose, presero le misure necessarie per proteggerlo da qualsiasi forma di alterazione. Così, subito dopo la morte del Profeta, il Corano fu sistemato in un unico insieme e in seguito delle copie ufficiali furono inviati in terre lontane per far sì che il testo rimanesse integro.

Ancora oggi, è possibile viaggiare in qualsiasi parte del mondo, prendere una copia Corano e costatare che è identico in tutto il mondo. La responsabilità di preservare il Corano non può essere quindi realmente paragonata a quella della Sunnah. Quindi, non c'è da meravigliarsi, data l'attitudine dei musulmani di quei tempi, che il Corano sia stato minuziosamente conservato.

NOTA:

  1. M. Z. Siddiqi, pag. 4-5.
  2. Jerald F. Dirks, The Cross & the Crescent (Beltsville, MD: Amana Publications, 2001), pag. 53. Other important discussions of the authenticity of the Old Testament may also be found in Maurice Bucaille, The Bible, the Quran and Science (Indianapolis, IN: American Trust Publications, 1978), pag. 1-43; M. M. Al-Azami, pa
  3. Robert W. Funk, Roy W. Hoover and the Jesus Seminar, The Five Gospels: What did Jesus Really Say? (New York: MacMillan Publishing Company, 1993), pag. 5.
  4. Funk, pag. 9.
  5. Bart D. Ehrman, The Orthodox Corruption of Scripture: The Effect of Early Christological Controversies on the Text of the New Testament (New York: Oxford University Press, 1993).